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Il Marionettista

Foto di  Septimiu Balica  da  Pixabay   La marionetta è un pupazzo in legno, stoffa o altro materiale, che compare in scena a corpo intero ed è mosso dall'uomo a distanza o con accorgimenti non visibili (da Wikipedia ). E qui bisogna fare molta attenzione perché questo genere di uomo è uno dei peggiori della categoria e tra i più difficili da identificare. Apparentemente sembra che siamo noi a fare e disfare , ad agire, a prendere o a lasciare ma non ci rendiamo conto che certi uomini riescono a muoverci come delle marionette! Sono loro che tirano i fili e subdolamente ci inducono a fare esattamente quello che vogliono loro. Sono abili conoscitori della mente femminile e sanno bene che a ogni loro comportamento corrisponde un effetto ben preciso, una nostra specifica reazione . Se vogliono farci avvicinare a loro si comportano come l’uomo che ogni donna sogna e quando invece vogliono il contrario cosa accade?

Quando il futuro diventa condizionale

Foto di  Jess Bailey  da  Pixabay   “Ti amerò per sempre” “Non ci lasceremo mai” “Sarò sempre al tuo fianco” “Se cadrai mi troverai accanto a te” “Lotterò con te” “Ti stringerò a me ogni giorno” “Ti amerò sempre di più” “Sarò la persona che vedrai ogni mattina quando ti svegli”. Sono promesse importanti, ipoteche sul futuro, cambiali firmate.     Se le parole valessero come una firma, ci sarebbero molte persone perseguibili a questo mondo.  I verbi al futuro si usano troppo indiscriminatamente, si sfoggiano come una rara abilità, si prestano per poi prenderseli indietro. Dovrebbe esistere un tribunale delle promesse e un carcere di massima sicurezza per i millantatori del “per sempre” .  Non è forse un’infame truffa parlare al futuro quando poi nella vita tutto può cambiare?

Chiodo scaccia chiodo?

Foto di  Andy Gries  da  Pixabay   Quando una relazione finisce e noi ci troviamo nuovamente single , si affollano intorno a noi amici che ci vogliono presentare un nuovo ragazzo o persone che ci esortano a cercare qualcuno che ci faccia dimenticare le nostre pene d’amore. Forse può capitare che in momenti di particolare sofferenza si abbia bisogno di affetto, attenzioni o anche solo di un’iniezione di autostima ma sarà vero poi che chiodo scaccia chiodo? Oppure può esistere un lasso di tempo, che io definirei “periodo refrattario” , in cui ogni ulteriore stimolazione sentimentale può generare fastidio o addirittura dolore?

Quando ci si lascia: rimanere amici?

Foto di  Gerd Altmann  da  Pixabay   Voi cosa fate quando chiudete una relazione? Troncate ogni rapporto o rimanete amici? Mantenete dei rapporti civili o passate all’odio puro? Ci sono persone che credono nell’ ”amico del giorno dopo” e instaurano un meraviglioso rapporto che poggia le sue fondamenta proprio sul tempo passato insieme da fidanzati. Un ottimo riciclo direi, per non buttare via niente! Ma sarà vero che si può rimanere amici?

Quando ci si lascia: se ti lascia andare via

Foto di  StockSnap  da  Pixabay   La domanda del giorno è: se lasci un uomo, dopo anni che state insieme, dicendogli che non credi che a lui importi più di te e lui ti risponde “va bene” , non ti cerca più e non fa nulla per riportarti a sé pur vedendoti andare via, cosa bisogna pensare? Sarà che io ho delle amiche particolarmente sfigate ma accade anche questo. Accade anche che un uomo che hai amato per anni ti lasci andare via senza opporre resistenza. Così tu cominci a chiederti “Ma per caso, ogni volta che ci siamo lasciati sono sempre stata io a cercarlo?”

Quando ci si lascia: cosa fare e cosa no

Foto di  Steve Watts  da  Pixabay   E poi, un giorno, accade che una relazione finisce . Per volere di uno o dell’altro, o di entrambi, si decide che, da quel momento in poi, le strade di due persone che si sono amate si separano. Non sai bene come si fa a non considerare più quella persona parte della tua vita, a non rivolgerti più a lei nel momento del bisogno e a non condividere più con lei ogni cosa bella o interessante che ti accade. Ma è così e devi prenderne atto . Si dice che la fine di un amore si possa paragonare a un lutto e non credo che sia solo per il dolore che si prova, credo che si intenda che, come per ogni lutto (chi l’ha provato ahimè lo sa) ci vuole del tempo per riuscire innanzitutto a rendersene conto . Si dice che questo processo può richiedere dai 6 ai 12 mesi, ma che poi alla fine ognuno ha i suoi tempi. Quello che farete in questo frangente , lasciatevelo dire dall’alto della mia famigerata esperienza , è molto, molto importante per la vostra sanità menta

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