Foto di FrancescaBo |
Ascolto
involontariamente una telefonata e di colpo il mondo intorno a me si
trasforma...mi guardo intorno e mi ritrovo in un film di Stanley Kubrick.
Sono circondata da persone mascherate, quel genere di maschere che suscitano inquietudine. Ognuna ha un'espressione e una caratteristica diversa, alcune hanno addirittura una faccia amichevole ma sono pur sempre maschere.
Improvvisamente tutto diventa spaventoso e minaccioso.
Cerco di razionalizzare e comincio a riflettere su quanto sia diffuso l'uso delle maschere in senso simbolico e su quale sia il confine tra cordialità e ipocrisia.
Spesso ci troviamo a dover fare “buon viso a cattivo gioco” per evitare una discussione in famiglia o un problema sul lavoro ma non è questo...la maschera è molto di più.
L'utilizzo delle maschere, fin dall'antichità aveva il preciso scopo di celare la propria identità per impersonarne un'altra, che fosse una divinità per i rituali religiosi oppure un personaggio con specifiche caratteristiche per il teatro.
Io, che ricerco la sincerità e la trasparenza, mi chiedo quante delle persone che mi circondano ne indossino una.
Sono sempre stata una
persona sincera, molte volte anche a mio discapito.
Un mio amico tempo fa mi ha detto che chi è sincero è forte e credo che abbia detto una sacrosanta verità.
Ci vuole forza per mostrarsi agli altri con i propri pregi e con le proprie debolezze, con i propri meriti e i propri errori, con le proprie speranze per il futuro e con i propri fantasmi del passato.
Certe persone, invece, non vogliono che si sappia nulla di loro e la domanda che mi assilla da qualche giorno è: perché?
Perché tutto questo timore
di far vedere agli altri chi sei veramente?
Di far vedere che sei “umano”, che commetti degli errori, che hai dei difetti e delle debolezze? Perché si deve vedere sempre e solo la maschera che decidi di indossare?
E' forse paura?
Paura di essere
giudicato o paura che se gli altri sapessero che hai commesso un errore
dovresti ammetterlo anche a te stesso?
Perché tutta questa
paura che gli altri vedano che non sei perfetto?
Il desiderio di privacy ci sta ma sembra che ci sia molto di più...
Oppure potrebbe
trattarsi della “maschera dello speziale”, che serviva ai medici
durante le pestilenze a proteggersi dalle contaminazioni.
Come una sorta di difesa,
la maschera consente di avere un filtro tra l'esterno e il proprio “io”
più vero, del tipo "se nessuno sa chi sei nessuno può farti
del male, se non ti esponi non puoi essere attaccato".
Qualsiasi sia la sua
funzione, per me, la maschera continua ad assumere connotazioni inquietanti.
In un mondo in cui, per
un motivo o per un altro, molti indossano una maschera mi ritrovo a camminare
tra la folla e a provare a scorgere chi di loro l'ha lasciata a casa, per
dimenticanza o per scelta, perché è lì che voglio arrivare, all'incontro tra
due persone che sono quello che sono, indipendentemente dai giudizi o
dai rischi.
E' lì che secondo me si
trova la magia dell'incastro tra due persone vere e capaci di andare a testa
alta, senza bisogno di nascondersi dietro a una finzione, dietro a una bugia.
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La vita a volte ci costringe a indossare delle maschere, non sempre possiamo concederci il lusso di essere noi stessi al cento per cento. Non in tutte le occasioni...
RispondiEliminaUn abbraccio :)
Sì è vero, è una cosa che capita anche a me ma non posso sopportare chi la maschera la indossa sempre, chi ne fa uno stile di vita, chi alla fine non sa più quale sia la maschera e quale sia il suo vero "io"!
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