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“Niente paura, niente paura, si vede la luna perfino da qui”, le parole e la musica sono quelle di Ligabue.
La luce è quella soffusa della piantana alogena.
Un filo d’aria filtra dalla finestra e soffia sul mio cuore scoperto, come un alito di menta ghiacciata su una ferita.
Il magone sale dalla pancia fino a stringermi la gola e gli occhi si inumidiscono sfuggendo al mio controllo
Giusy è una bella ragazza dal fascino mediterraneo. Ha occhi profondi e un sorriso sereno. Ma soprattutto è una ragazza la cui forza non può non colpirti come un pugno allo stomaco.
Giusy mentre guida racconta dell’incidente in cui ha perso le gambe. Ne racconta i particolari come se narrasse una giornata al parco. Non ha paura di parlare del dolore, del momento in cui ha cercato di sopravvivere nonostante si fosse accorta di non avere più le gambe, non ha vergogna di dire che le sue unghie graffiavano l’asfalto.
La vita a Giusy ha tolto le gambe e Giusy ha deciso che gliela farà vedere alla vita facendo proprio ciò che pare non si possa fare senza gambe: correre. Non con il pensiero, non con la fantasia ma con le protesi studiate appositamente per farla partecipare alle Paralimpiadi.
E Giusy sorride, scherza e lotta con tenacia e allegria.
Io la sento parlare e mi commuovo di fronte alla sua forza. Una forza fatta di dolcezza e una tenacia fatta di teneri sorrisi.
Penso a quanti problemi inutili ci facciamo nella vita, su quante cose futili ci soffermiamo e a quante cose di poco conto permettiamo di rovinarci attimi di felicità.
Penso alle volte in cui mi abbatto per molto meno, alla pigrizia alla quale permetto di impedirmi di fare sport anche se le gambe le ho, alle lacrime versate per sciocchi complessi inconsistenti. Penso alle discussioni su futili puntigli, ai rancori serbati per vane motivazioni, ai silenzi innalzati come muri invalicabili per non cedere.
Ma soprattutto penso a quanti sorrisi spenti e negati quando la vita potrebbe essere più difficile e si potrebbe sorridere comunque.
Come lei, che sorride anche se non può più indossare un tacco dieci, anche se non si sente all’altezza di avere un figlio, anche se quando guida sotto la pioggia suda freddo.
“Non bisogna vivere con l’incubo dei fantasmi ma imparare a convivere con loro”.
Mi commuovo perché c’è tanto da imparare sulla forza di sorridere alla vita…
Grazie Giusy.
Una grande forza, non v'è dubbio. Da ammirare, da prendere come esempio, da innalzare a baluardo di speranza. Per questioni simili però, non dissimili.
RispondiElimina"Penso a quanti problemi inutili ci facciamo nella vita, su quante cose futili ci soffermiamo e a quante cose di poco conto permettiamo di rovinarci attimi di felicità. "
Non sono d'accordo, Cosmo. Ogni problema ha la sua gravità e il suo peso su ognuno di noi. Sono sempre stato contro chi, alla presentazione di un problema, risponde con "pensa che c'è chi sta messo peggio di te". Lo trovo brutto da dire. Insomma, non sono mai stato uno che si è fatto forza coi problemi degli altri, uno che sì tranquillizzato con le digrazie altrui. Quindi ripeto, Giusy potrà essere di esempio generale per quanto riguarda la forza e la speranza, sarà di esempio letterale per chi come lei ha subito una sciagura del genere, ma non potrà essere di esempio per chi per esempio ha avuto il cuore spezzato. Perché, giusto per fare un esempio, chi ha il cuore spezzato non vedrà altro, e non si tranquillizzerà di certo se gli dirai che c'è chi ha perso due gambe o chi muore di fame ogni giorno. Purtroppo siamo umani e in quanto umani siamo capaci a fare solo due cose, per quanto riguarda i nostri problemi:
1. ricordarci che sono nostri
2. ricordarci che sono dolorosi
Di qualsiasi natura essi siano. Alcuni hanno soluzione a portata di mano, altri necessitano di un'analisi più complessa e di un approccio mirato, ma nessuno di essi può essere paragonato a quello di nessun altro. A meno che, per esempio, se io perdessi un orecchia, potrei di certo trovare forza e speranza in qualcuno che ha perso come me un'orecchia, o due. In quella persona potrei trovare la forza per andare avanti. Ma non potrei mai trovare coraggio in qualcuno che ha perso un mano. Perché la mia orecchia è meno importante della sua mano?
Grazie Giusy, anche da parte mia, anche se non ti conosco...
RispondiEliminaperò Filippo ha ragione: quando il mondo, il tuo mondo, va in mille pezzi, pensare che qualcun altro sta peggio di te non ti aiuta. E non sto dicendo che sia giusto o sbagliato, sto dicendo che purtroppo è così.
Ciò che Giusy può insegnarci, così come tutte le persone che non si arrendono, è che reagire si può. Ma ognuno ha i suoi demoni, il suo carattere, la sua tempra. Ogni persona è un caso a sè
questo post mi fa venire i brividi dalle emozioni che mi scatenano dentro ... le persone così, sono le persone che dovremmo prendere come esempio, perchè la vita è complicata solo nel momento in cui la vedi complicata e ti sorride solo quando gli sorridi. Un giorno, mio padre, molto demoralizzato e stanco, mi disse: La vita, come ti fa tante carezze, ti da altrettanti schiaffi ... non so perchè, questa frase non mi è mai + andata via dalla testa, perchè c'è chi prende un bel ceffone ma si rialza e non molla, chi invece non fa altro che pensarci e rimane ossessionato dallo schiocco che ha sentito quando la mano è sbattuta sulla guancia buttandosi ulteriore tristezza addosso. Io cerco di guardare sempre avanti e ringrazio ogni giorno per quel poco che ho e perchè mi rimanga ancora per tanto ... e mi fanno rabbia quelle persone che vedono tutto nero, perchè in fin dei conti, per quanto si possa stare male, l'esistenza di una persona ha tanti colori ed è volersi poco bene il voler vedere solo le sfumature che vogliamo noi.
RispondiEliminabaci
Un post veramente vero (scusa la assonanza). Concrdo pienamente. Le cose che ci fanno più felici devono essere le cose che abbiamo, e non cosa desideriamo in più!
RispondiEliminaQuella di Giusy è una storia che regala forza...certo non ci vorrebbero queste disgrazie per ricordare che certi doni sono più preziosi di altri.
RispondiEliminaUn saluto a presto
@Filippo: mamma mia che brutta cosa rispondere "pensa che c'è chi sta peggio di te"!! Sono d'accordo sul fatto che per ognuno sono grandi i problemi che ha e sapere che qualcuno sta peggio non è certo di conforto. Penso però che vedere che alcune persone hanno grossi problemi e li affrontano con un sorriso possa essere un insegnamento per imparare ad affrontare meglio i nostri problemi.
RispondiEliminaBaci
@fenicecherisorge: brava, è proprio questo il punto: reagire si può! E forse si deve. Perché la vita è una e bisogna cercare di godersela il più possibile, nonostante tutto.
Un abbraccio
@Francescast.84: parole sacrosante quelle di tuo papà. I momenti di tristezza, le cadute, i giorni in cui vedi tutto nero ci sono per tutti ma certe persone che affrontano difficoltà enormi ti insegnano a reagire a qualsiasi cosa...Mi fa piacere che il post ti abbia emozionato...
Baci
@Lolly: eh è considerato triste accontentarsi ma io credo che se per accontentarsi si intende godere di ciò che abbiamo siamo sulla strada giusta per la felicità.
@Eva Q: hai ragione, infatti dovremmo imparare a godere dei doni che abbiamo senza vedere chi sta peggio di noi!