Foto di Ben Kerckx da Pixabay |
In occasione della Festa delle Donne, voglio raccontarvi cosa
vuol dire essere una donna nel 2019 sul social network più famoso e redditizio
al mondo: Facebook.
Il mio profilo Facebook è legato al blog, motivo per cui accetto l’amicizia anche di persone che non conosco per ampliare i miei contatti e, perché no, pubblicizzare il mio blog.
Ogni giorno mi ritrovo con centinaia di richieste di amicizia. Alcune volte riesco a filtrarle ma altre volte, lo confesso, per mancanza di tempo e anche un po’ per disperazione, non ho controllato chi fosse a chiedermi l’amicizia e ho semplicemente accettato.
Pessimo errore.
Sono rimasta letteralmente scioccata da quanto Facebook sia pieno di uomini che non so come altro definire se non pervertiti.
Mi sono ritrovata messaggi privati con espliciti inviti e proposte sessuali irripetibili. Ho dovuto bloccare molti profili di uomini che continuavano a scrivermi nonostante io non gli rispondessi mai e ho addirittura ricevuto video chiamate su Messenger in piena notte, corredate da chat in cui mi chiedevano insistentemente di “scopare”. Che, ora, io non so che concetto abbia questa gente del termine “scopare”, ma è evidente che non devono aver provato altro nella vita se gli basta una chat!
Nonostante io abbia un blog al femminile in cui spesso ho criticato gli uomini, o i presunti tali, non sono una femminista nel senso stretto del termine. Non amo molto le giornate per i diritti delle donne e manifestazioni di questo genere, perché penso che spesso non facciano altro che sottolineare una “differenza” che vorrei che nel XXI secolo non ci fosse più.
Mi sono dovuta ricredere.
Ho dovuto tristemente constatare quanta strada ci sia ancora da fare.
Se un uomo si sente autorizzato a molestare, anche solo virtualmente, una donna, per soddisfare un suo momentaneo bisogno o impulso, cari miei, c’è ancora qualcosa di grosso che non va!
Non c’è rispetto in un comportamento del genere, non vedo l’ombra di parità. Vedo il genere maschile, che pensa di poter prendere quello che vuole, quando vuole da una donna.
La donna ancora oggi da troppi uomini, per fortuna non da tutti, viene considerata un mero strumento per soddisfarsi.
E questo non è che un piccolo spaccato, un triste segnale, di una mentalità ancora troppo, davvero troppo, diffusa.
C’è ancora tanto per cui ribellarsi, ancora troppo per cui lottare perché qualcosa cambi. E non parlo solo di stipendi impari tra uomini e donne, o di femminicidi. Parlo di una mentalità troppo radicata, ancora figlia del maschilismo della società del secolo scorso, in cui la donna non si poteva nemmeno esprimere.
Volevo credere che avessimo fatto dei passi avanti, che il mondo occidentale, di cui ci vantiamo di far parte, avesse fatto dei progressi ma, purtroppo, noto che i cambiamenti sono stati solo formali, apparenti e che la mentalità sbagliata di fondo è ancora dilagante.
Non ho idea di come si sconfiggerà tutto questo ma so che in primis dovremmo essere noi donne ad essere compatte.
Cosa che, ahimè, non vedo.
Spesso le prime a criticare le altre donne, siamo proprio noi.
Spesso le prime a giudicare “poco di buono” una donna più spregiudicata di noi, siamo proprio noi.
Spesso le prime che incoraggiano l’omertà, siamo
proprio noi.
Ogni volta che ci odiamo, critichiamo e giudichiamo tra di noi, rendiamo vana qualunque lotta.
Ogni volta che ci odiamo, critichiamo e giudichiamo tra di noi, rendiamo vana qualunque lotta.
In un’occasione in cui avevo ricevuto dei messaggi su Messenger particolarmente disgustosi, ho fatto lo screenshot e li ho postati su Facebook perché sono fermamente convinta che queste cose non vadano taciute.
La vergogna è il primo obiettivo di ogni molestatore, non dimentichiamolo.
Sono rimasta sconvolta dal commento di una donna che mi esortava a rispettare il diritto alla privacy del molestatore in questione, il quale peraltro mi aveva chiamato in piena notte, oltre a scrivermi in chat.
Ecco credo che questa sia un'altra cosa da non fare se vogliamo vivere in un mondo più evoluto.
Non dobbiamo smettere di parlarne e di farci forza a vicenda, non proteggendo mai chi si macchia di tali reati, perché ricordiamocelo che di questo si tratta.
Non importa dove avvengono le molestie, se per strada, tra le mura di casa o su un social network. Sono comunque molestie.
Domani è l’8 Marzo. Domani si dovrebbero festeggiare le conquiste sociali e politiche raggiunte dalle donne.
Mi perdonerete se, guardandomi intorno, nel nostro continente e oltre, trovo davvero pochi motivi per festeggiare.
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Non è una giornata per festeggiare, alcuni datti mostrano un aumento delle violenze, sono veramente disgustato dalla vigliaccheria di tanti presunti "uomini".
RispondiEliminaBuon 8 marzo di lotta.