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Insieme contro la violenza: quando gli abusi non sono solo fisici ma anche psicologici


Tempo di lettura: 2 minuti e mezzo

Durante la pandemia da Covid-19, a causa delle restrizioni introdotte e del conseguente isolamento sociale, per molte vittime di abusi e violenze è diventato più difficile chiedere aiuto.

La Canadian Women’s Foundation ha proposto il “Signal For Help” che vedete in alto, un gesto semplice e silenzioso che ogni donna può utilizzare per segnalare che ha bisogno di aiuto.

Questa iniziativa mi ha fatto venire i brividi. Mettermi nei panni di chi vive una situazione di violenza e ha paura di segnalarlo perché teme di peggiorare la situazione già terrificante che vive, mi ha scosso.

Ma poi mi sono ricordata del racconto di un’amica e mi sono sentita anche peggio.

Nel suo racconto, a posteriori, di quando viveva una situazione che avrebbe necessitato del Signal For Help, mi disse che si sentiva talmente soggiogata da quella situazione da non riuscire nemmeno a rendersi conto di avere bisogno di chiedere aiuto e quando incontrava amici o parenti, fissava il suo sguardo perso a terra e non cercava aiuto negli occhi di chi non si accorgeva di ciò che le stava accadendo.

Il suo sguardo era sommesso, i suoi occhi spenti, la sua vivacità svanita, ma nessuno si chiedeva il perché.

Così ho iniziato a pensare a quanto difficile sia innanzitutto rendersi conto di vivere una situazione di violenza, quando il tuo aguzzino è in qualche modo riuscito a convincerti che la colpa di ciò che sta accadendo è tua.

Perché, in situazioni di abusi, la violenza non è mai solo fisica ma anche psicologica.

Troppe volte trascuriamo questo aspetto fondamentale della psiche umana: denunciare è difficilissimo.

È difficile perché ti hanno convinto che meriti ciò che sta accadendo.

È difficile perché pensi che non ci sia via d’uscita da quella situazione, o almeno è quello che chi ti usa violenza ti ha fatto credere.

È difficile perché hai paura di ciò che diranno gli altri, ti chiedi se ti capiranno e ti sosterranno oppure se ti accuseranno di “essertela cercata”, come troppo spesso ancora accade, e quindi ti sentirai ancora più sola e colpevole.

È difficile perché spesso chi ti usa violenza è la stessa persona dalla quale vorresti amore.

E allora cosa possiamo fare per aiutare le donne che ancora non riescono ad usare quel Signal For Help?

Fare attenzione a segnali silenziosi ma meno evidenti.

Notare se una persona che conosciamo non ci sembra più la stessa e provare a parlarle.

Non ignorare le urla che sentiamo nella casa accanto alla nostra, pensando che non siano affari nostri.

Possiamo fare molto per aiutare chi vive situazioni di abuso anche con gesti semplici, offrendo il nostro sostegno, facendoli sentire meno soli nell’inferno a cui pensano di essere destinati.

E poi educhiamo, diffondiamo messaggi, parliamone il più possibile, perché chi è vittima di violenza possa sentire delle voci intorno a sé, sui Social Media e sul web, che gli diano il coraggio di rendersi conto della situazione orribile che stanno vivendo ma soprattutto che gli diano la forza di capire che uscirne non è impossibile perché altre lo hanno fatto.

La mia amica lo ha fatto. E come lei conosco tante altre donne che si sono ribellate agli abusi, che hanno detto no a chi voleva spegnere i loro occhi e che ora possono dire a testa alta di aver chiuso per sempre quel capitolo della loro vita.

Se ti trovi in questa situazione chiedi aiuto ad un centro antiviolenza perché dopo questo inferno ti aspetta una vita in cui poter essere amata per ciò che sei, ma amata davvero.

 

Se hai bisogno di aiuto consulta i seguenti link:

Donne in rete contro la violenza

Casa delle donne

Telefono rosa

Doppia difesa


Insieme siamo più forti.


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