![]() |
Foto di www_slon_pics da Pixabay |
È possibile che siamo tutti alla ricerca di un “posto fisso” in una relazione?
Siamo una generazione di individui che di individuale non
hanno nulla?
Può essere che quel posto fisso sia l’obiettivo per il quale
siamo disposti a renderci ridicoli come il caro ragionier Fantozzi?
Negli ultimi giorni ho ascoltato delle storie che mi hanno portato a farmi queste domande.
Per colpa di una combo Tinder-Facebook Dating (non fate domande), ieri sera sono uscita con un tizio che mi ha raccontato di essere uscito l’anno scorso con una ragazza che, dopo non averlo sentito per un giorno, lo ha scaricato per un altro. Ma la parte divertente non è questa. Questo altro con cui ha iniziato a frequentarsi dopo un paio di settimane è diventato “inizio di una relazione” su Facebook con annesse foto hashtag #noi. Un paio di settimane, giusto per ribadire. Ma anche questa non è la parte più divertente. Dopo circa un mese di tripudio amoroso su Facebook la ragazza ricontatta il mio compagno di aperitivo e lo invita a casa sua. Lui, da bravo uomo per cui ogni lasciata è persa, accetta. L’incontro va come tutti possiamo immaginare ma la sorpresa arriva a fine serata. Lei gli dice che con il protagonista delle sue foto su Facebook le cose non vanno bene e che vorrebbe ricominciare a frequentare lui.
Del tipo “Non sia mai che si crei dello spazio vuoto tra
uno e l’altro”…
Sempre il mio amico dell’happy hour mi racconta che un suo
collega, parlando della donna con cui sta e di cui in teoria dovrebbe essere
innamorato, la descrive con le seguenti parole: “non mi rompe i coglioni, di
corpo è carina, di faccia non è un granché”.
Della serie “Basta l’essenziale e un cuscino in faccia”…
Un ragazzo con cui ho chattato su Facebook Dating mi ha raccontato
di essere uscito tempo fa con una ragazza. Le prime uscite stavano andando bene
se non fosse che dopo dieci giorni che si frequentavano lei gli ha chiesto, in
modo non troppo velato, di trasferirsi da lui.
Direttamente dal proverbio “Chi ha tempo non aspetti tempo”…
Mio cugino qualche giorno fa nella chat di famiglia
scriveva che, in un periodo di assenza della moglie, si è accorto che la
felicità è finta se non la condividi con qualcuno.
Questa, secondo me, è per il ciclo “Amori, tragedie e altri
guai”…
Magari qualcuno penserà che siano parole belle da dire in
assenza di una moglie ma secondo me questo è il significato di tragedia.
È una tragedia che non siamo in grado di provare della vera
felicità se non accanto a qualcuno.
E questo ci riporta alle storie sopra elencate, in cui
tutti sembrano avere bisogno di accaparrarsi il posto fisso in una relazione a
qualunque costo, forse proprio perché incapaci di essere felici da soli.
Riesco a comprendere il bisogno che sta dietro a questi comportamenti, come “via uno sotto un altro”, “inizio di una relazione” quando ancora nemmeno conosci il suo cognome, o stare con qualcuno accontentandosi, perché per molto tempo nella mia vita non sono stata mai single, se non per brevi periodi.
Sono una che non ha mai avuto difficoltà a
trovare un ragazzo e soprattutto avevo paura di stare da sola, pensavo anch’io
di non poter essere felice altrimenti.
Questo, però, mi ha portato ad avere una relazione
fallimentare/tossica/disagiata dopo l’altra. E la cosa bella è che non me ne
rendevo nemmeno conto mentre ci ero dentro ma, con la lucidità del senno di
poi, mi domandavo: “ma come cazzo ho fatto a stare con uno così?”
Come ho fatto? Non provando mai a stare da sola e a costruirmi una mia felicità.
Una felicità che si basa sulla soddisfazione di essere
quella che sono, sulla capacità di divertirmi anche da sola, sul piacere di
assaporare e gustare ciò che la vita mi mette nel piatto giorno dopo giorno,
senza bisogno di aggrapparmi ad una relazione e soprattutto senza cercare in
essa qualcosa che colmi ciò che non riesco a darmi da sola: l’amore per me
stessa.
Forse il segreto è proprio questo, quando ami te stessa non
hai per forza bisogno di qualcuno che ti ami.
Questo non vuol dire passare per sempre la vita da soli, ma
vuol dire non accontentarsi di chiunque ci passi sotto il naso pur di avere
qualcuno accanto.
Questo vuol dire poter scegliere, scartare chi non ci
soddisfa pienamente e accogliere chi sa dare un tocco di magia in più ad una
vita già fantastica di suo.
Commenti
Posta un commento